CUP: il paziente in autonomia è un rischio calcolato

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“Let the people think they govern and they will be governed
William Penn

 

Prima il web e in seguito il dilagare degli smartphone e delle app hanno sdoganato il concetto di autonomia dell’utente. Dai servizi bancari alla Pubblica Amministrazione alla scuola siamo in grado di gestire tutte le operazioni necessarie con un click (o un tap). L’informatizzazione media degli utenti ha avuto una crescita esponenziale e con essa la ricerca di indipendenza operativa: poter fare tutto senza l’aiuto di nessuno e in massima privacy. Non è esente il mondo healthcare con la diffusione di portali che offrono la prenotazione di esami e visualizzazione dei referti anche tramite app. Inoltre anche a causa del covid-19 la remotizzazione dei servizi ha avuto una spinta importante. Eppure alcuni scenari sembrano restare ancora appannaggio del contatto diretto (via call center o dal vivo). Prendiamo in esame quali possono essere questi contesti e quali sono le sfide che l’IT deve affrontare per rendere il paziente autonomo.

LA RICETTA EQUIVOCA

Nel momento in cui il paziente si approccia alla struttura sanitaria, il più delle volte, lo fa con prescrizione alla mano. Spesso si tratta della ricetta bianca dello specialista e pertanto di difficile interpretazione, non solo calligrafica. Sarebbe infinito l’elenco di esempi plausibili in cui il medico ha richiesto una prestazione utilizzando una determinata terminologia e all’atto dell’accettazione è necessario specificarne una diversa. Il software deve permettere di discriminare gli scenari a rischio e scongiurare la prenotazione dell’esame sbagliato. La strategia vincente si sviluppa in due direzioni: guidare l’utente nella selezione corretta e, in maniera antitetica, impedire le scelte ingestibili. Ciò si traduce nel fatto che bisogna dare più informazioni possibili per selezionare la prestazione che realmente occorre, in maniera rapida e non dispersiva. Allo stesso tempo è opportuno che per le diagnostiche più complesse o meno frequenti o con prima disponibilità molto lontana nei tempi, si inviti il paziente a contattare la struttura magari per l’inserimento in una specifica lista di attesa.

RICETTA ELETTRONICA

Meglio tardi che mai la sanità italiana è entrata nell’era digitale. La vecchia impegnativa cartacea esiste ancora ma è ormai una rarità, la ricetta si è dematerializzata e questo ha aperto nuovi scenari. In particolare l’operazione di presa in carico costituisce un elemento interessante per non dire strategico. Per i meno addetti ai lavori: la presa in carico è il processo tramite il quale la struttura si assicura l’esclusiva per la prenotazione (esecuzione e rendicontazione) degli esami prescritti. Ciò è possibile grazie ai servizi web messi a disposizione da SistemaTS e si intuisce pertanto quanto il software sia attore imprescindibile. È tecnicamente possibile concedere al paziente l’opportunità di effettuare la presa in carico per conto della struttura accreditata in quanto sono necessarie due semplici informazioni: il codice fiscale e il codice della ricetta a 15 cifre. Il poliambulatorio deve mettere a disposizione un portale pubblicamente accessibile, recepire i suddetti codici e registrare la presa in carico dell’impegnativa. Da questo momento nessun altro soggetto erogatore potrà accedere alle informazioni della ricetta. Questa sorta di prelazione però non modifica la proprietà, il paziente mantiene il diritto di poter revocare l’assegnazione della presa in carico per poter prenotare/eseguire le prestazioni in altro sito. Cosa implica? L’utente che autonomamente ha effettuato la presa in carico per conto del centro diagnostico altrettanto autonomamente dovrebbe poter annullare l’operazione e liberare la sua impegnativa. Assicurare l’autogestione della ricetta costituisce un passaggio fondamentale anche se in alternativa esiste sempre il contatto telefonico.

ABUSO E MALAFEDE

“A pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”, nessun aforisma introduce meglio l’argomento. Purtroppo c’è poco da fare i buonisti. Viviamo in un’era dove la competizione feroce, la concorrenza aggressiva o il vandalismo informatico non si può certo fingere che non esistano. Accade così che dare modo all’utente di prenotare indiscriminatamente si possa troppo facilmente trasformare in un cavallo di Troia tramite il quale malintenzionati o trolls del web possono occupare le disponibilità arrecando un danno considerevole alla produttività. Anche in questo caso il software deve intervenire per limitare i danni. Esistono più soluzioni. La prima è impedire una prenotazione effettiva e permettere quella che di fatto si può definire richiesta di prenotazione. In questo modo a fronte di qualsiasi approccio malevolo sarà comunque necessaria una conferma, per lo più telefonica, dell’appuntamento per verificarne l’attendibilità. Un’altra idea può essere quella di programmare un numero molto ristretto di disponibilità fruibili direttamente on line, in questo modo si limitano ovviamente gli eventuali danni. Come sempre l’approccio più apprezzato è la duttilità. L’amministratore deve avere la possibilità di differenziare i canali di prenotazione on line: serrare i rubinetti o concedere ampie disponibilità a seconda del tipo di esame/agenda. Un esempio: nella stessa seduta impedire di prenotare un esame con mezzo di contrasto ma magari riservare a pazienti che utilizzano il servizio di cup on line una disponibilità limitata per un semplice esame diretto.

PRE-ACCETTAZIONE

L’appetito vien mangiando e così se stiamo pensando di permettere al paziente di fissare il proprio appuntamento perché non spingersi oltre? Il passo successivo è la pre-accettazione. Siamo ancora, ahimè, in piena pandemia e uno degli obiettivi è ridurre sempre di più il momento di contatto tra paziente e personale. Tra le tante iniziative in merito costituisce un passo in avanti chiedere al paziente di inserire, preventivamente e comodamente da casa, le proprie informazioni anagrafiche. Non si parla dei soli dati essenziali ma anche di residenza, documento di riconoscimento e così via, finanche di questionari anamnestici. Per l’operatore di sportello si tratterà di verificare/correggere quanto già compilato. Molti i punti a favore: rapidità, margine di errore molto contenibile e, non ultimo, affiliazione del paziente. Per arrivare a questi risultati si richiede un’infrastruttura software completa, con una solida integrazione tra i diversi flussi e soprattutto tra i vari attori quando gli applicativi in uso sono di diversa governance.

CONCLUSIONI

I tempi sono maturi. Gli utenti sono a dir poco smaliziati nell’uso dello strumento informatico e persino la materia clinico/diagnostica è sempre più masticata e familiare. Ci si può affidare ai pazienti puntando al doppio obiettivo: fidelizzazione e risparmio di tempo dei propri operatori.

Roberto Persico
Software Architect, Healthcare Engineer
Bollino IT S.p.A.

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2021-04-08T11:19:50+00:00

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