Sanità 4.0, innovazione digitale post pandemia

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Il Covid-19 ha stravolto il sistema sanitario, per non dire che, inizialmente, l’ha messo in ginocchio. Nessuno era preparato a un evento di questa portata e il Sistema Sanitario Nazionale non aveva gli strumenti per gestirlo. Oggi sembra che piano piano l’Italia ne stia uscendo e che il ritorno a una semi normalità sia vicinissimo.

La situazione che si è creata ormai oltre un anno fa ha dato una fortissima spinta alla crescita dell’innovazione digitale in sanità, sono state adottate delle pratiche che, anche se non entrate ancora pienamente a regime, hanno permesso di gestire con più facilità situazioni cliniche in cui il paziente era impossibilitato a recarsi presso le strutture sanitarie.

Un ruolo fondamentale, durante la pandemia, l’hanno svolto le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) che hanno modificato notevolmente il comportamento sia delle imprese, sanitarie e non, che dei cittadini nell’utilizzo più consapevole degli strumenti tecnologici. La Telemedicina, per esempio, attraverso l’utilizzo di specifici supporti e software tecnologici, ha permesso la continuazione, in piena pandemia, di visite mediche in ambiti clinici nei quali non è necessario per il paziente recarsi presso la struttura: nel trattamento di disturbi psichici; nella dietologia; in ambito nutrizionistico; nella cura di malattie e patologie croniche che richiedono assistenza e consultazioni mediche prolungate nel tempo.

La crescente diffusione dell’ICT in sanità ha portato a una migliore gestione dei flussi e dei processi e alla nascita della sanità 4.0, ovvero della sanità post pandemia che, forte di quanto accaduto nell’ultimo anno e consapevole della necessità di miglioramenti di gestione, porta avanti il processo di innovazione tecnologico che vede la necessità di formazione del personale sanitario e la sempre più crescente centralità del cittadino/paziente.

È indubbio che la rete assistenziale post pandemia debba essere riorganizzata per andare a soddisfare esigenze nuove nate da una maggiore consapevolezza nell’approccio alla sanità e, ormai, in tutte le regioni sono le tecnologie digitali, dell’informazione, dei big data e dell’intelligenza artificiale che vengono indicate come fattori abilitanti e determinanti per la realizzazione e l’implementazione dei nuovi modelli assistenziali e organizzativi.

“È quindi ineludibile sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie digitali per promuovere un migliore coordinamento della cura tra i fornitori e il settore sanitario e sociale, attraverso l’utilizzo più efficace dei dati, per fornire un quadro completo di ciò che accade nel percorso di cura e permettere da un lato l’aggiornamento delle prestazioni, inevitabilmente condizionate dal progresso scientifico e tecnologico e dalla medicalizzazione della società, dall’altro di sviluppare tecnologie e prodotti che garantiscano a tutti i cittadini servizi e prestazioni sanitarie a elevato valore.”

 Il motivo per cui pratiche come quella della Telemedicina (ma anche altre) non sono entrate ancora a regime è che non sono state regolamentate. Allo scoppio della pandemia, le pratiche tradizionali di approccio alle cure sono diventate difficili da applicare per cui i medici e le strutture pubbliche hanno cercato di tamponare attuando soluzioni temporanee e alternative di consulto, refertazione e prescrizione medica: banalmente, anche la telefonata al medico o la condivisione via chat di un referto sono state considerate pratiche di Telemedicina. Questo tamponare è andato bene in tempi di emergenza ma le attività messe in pratica nell’ultimo anno dovranno essere regolamentate a livello nazionale per poter entrare a tutti gli effetti a regime.

C’è bisogno di ridefinire, per esempio, i sistemi di prenotazione CUP che dovranno gestire con efficienza sia le prenotazioni standard che quelle online; di ridefinire i modelli di rendicontazione delle attività erogate a distanza (ogni prestazione medica effettuata attraverso gli strumenti informatici rientranti in quelli previsti dalle “Indicazioni” date nella Conferenza Stato-Regioni dovrà essere considerata, sotto tutti gli aspetti professionali, etici, economici, certificativi, analoga alla prestazione effettuata in presenza) e di gestire il flusso informativo di gestione.

Un ruolo fondamentale in questa fase di crescita e innovazione tecnologica lo giocano i fornitori di servizi e piattaforme tecnologiche. In Bollino siamo consapevoli di quanto sia importante il nostro ruolo come fornitori di questi servizi, di quanto sia importante formare i nostri clienti sull’utilizzo corretto dei nostri software affinché possano trarne i maggiori benefici in termini di performance.

In modo particolare, per quanto riguarda i sistemi di prenotazione, siamo consapevoli dell’importanza di fornire ai nostri clienti una piattaforma agile che permetta sia le tradizionali prenotazioni da parte degli operatori sia le prenotazioni online da parte dei cittadini.

Bollino CUP CARE è sviluppato completamente in cloud su piattaforma Microsoft Azure e, attraverso un’interfaccia cui si accede direttamente dal sito della struttura sanitaria, il cittadino/paziente può richiedere una prenotazione di uno o più esami in base alle proprie esigenze. La richiesta sarà presa in carico da un operatore della struttura (questo al fine di permettere anche l’ottimizzazione delle agende dei medici) e sarà poi confermata all’utente via email.

La Sanità 4.0 è in digitale e, soprattutto, è in cloud.

Fonti:

Giancarlo De Leo, Sanità 4.0 e Medicina delle 4P: il risveglio digitale dal sonno analogico
Sanità 4.0: possibili applicazioni e trend di sviluppo
ADN Kronos, Sanità: C&P, in Italia telemedicina inadeguata, servono regole precise

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2021-06-11T07:43:15+00:00

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